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Emergenza Nord Africa: occorrono subito risposte concrete. L’Arci scrive al ministro Cancellieri

 

Il 28 febbraio è la data ultima fissata dal ministero degli Interni per la scadenza dell’accoglienza prevista con la c.d. Emergenza Nord Africa (ENA).

Migliaia di persone titolari di protezione umanitaria rischiano quindi di trovarsi fra pochi giorni per strada, prive di qualsiasi forma di assistenza, a carico di amministrazioni locali, già in difficoltà per i tagli continui e non in grado di far fronte alle necessità senza un supporto dello Stato.

Nonostante le ripetute segnalazioni fatte pervenire al ministro dalle organizzazioni sociali, da Anci, Upi e Regioni, nessun intervento concreto è stato predisposto per consentire una chiusura dignitosa del programma. Ci troviamo quindi ancora una volta di fronte a una situazione che rischia di diventare esplosiva per la sua drammaticità e per il numero di persone che coinvolge.

L’Arci, che in molte regioni gestisce progetti ENA, ha inviato oggi una lettera al ministro Cancellieri in cui chiede che venga prorogata l’accoglienza per quanti sono ancora in attesa di regolare permesso di soggiorno o lo hanno appena ottenuto, per i nuclei familiari con minori, per coloro che necessitano di assistenza sanitaria o psicologica.

Chiede inoltre che, attraverso un contributo economico, venga facilitato il percorso di uscita dai centri, adottando criteri univoci in tutte le città, non lasciandoli all’iniziativa dei singoli o al caso. Chiede infine che venga rilasciato, ove necessario e utile al percorso di autonomia delle persone, un titolo di viaggio contestualmente al permesso per motivi umanitari.

L’assenza di misure in tal senso vanificherebbe gli sforzi di tante comunità locali e organizzazioni che si sono prodigate nella solidarietà alle migliaia di profughi dalla guerra in Libia.

Servono risposte urgenti, la cui efficacia sarebbe sicuramente migliorata da un’interlocuzione diretta con tutte le associazioni di tutela che nell’ENA sono stati coinvolte e con le quali è mancata finora qualsiasi forma di consultazione nelle sedi appropriate.

La stessa preoccupazione è testimoniata dalla richiesta avanzata dall’Anci, insieme all’Upi e alla Conferenza delle Regioni di inserire questa tematica come punto al’ordine del giorno della Conferenza unificata che si terrà nella giornata di domani.

Le decisioni vanno prese adesso, senza farsi scudo delle prossime elezioni per tentare di rinviarle al governo che verrà. In gioco c’è il destino di tante persone, scappate da un paese in guerra e arrivate in Italia con la speranza di un futuro.

 

fonte: arci.it

Emergenza Nord Africa: terminata il 31 dicembre (e prorogata di due mesi)

I prefetti, che dal 1° gennaio 2013 sono subentrati nella gestione ordinaria, garantiranno agli stranieri ancora presenti un’accoglienza mirata a una progressiva loro uscita dal sistema anche attraverso programmi di rimpatrio volontario e assistito

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Il 31 dicembre è terminata la fase emergenziale decretata per l’elevato flusso migratorio proveniente dal Nord Africa a seguito della ‘primavera araba’.

L’intervento umanitario messo in atto dal Governo italiano è stato gestito attraverso la nomina di un commissario delegato per l’emergenza nella persona del capo dipartimento della Protezione civile supportato dal ministero dell’Interno, dal ministero del Lavoro e delle Politiche sociali, dalle regioni, dall’Upi e dall’Anci ed ha riguardato sia i 28.123 stranieri giunti nel 2011 dalla Tunisia a seguito della crisi politica di quel Paese,  sia i 28.431 provenienti dalla Libia conseguentemente ai noti eventi bellici, sia altri 6.000 stranieri provenienti dal Mediterraneo orientale.

Su tutto il territorio nazionale è stata attivata un’accoglienza diffusa, con punte massime di oltre 26.000 profughi, nonché l’esame di oltre 39.000 richieste di asilo da parte delle Commissioni territoriali e delle loro Sezioni per il riconoscimento della protezione internazionale.

La conclusione degli interventi straordinari – voluta dal legislatore non solo relativamente a questo stato di emergenza ma a tutti quelli in essere al 31 dicembre 2012 – non si concretizzerà nell’abbandono di quelle persone ancora bisognose di protezione, con particolare riferimento a coloro che devono veder definita la loro procedura e a quelli che sono in attesa del rilascio di un permesso umanitario della durata di un anno che consente di svolgere un’attività lavorativa. Continua a leggere…

Emergenza Nord Africa. Il Tavolo Asilo: “Ritardi, sprechi e nessuna soluzione”

Venerdì 21 Dicembre 2012

manifestazione ENA 30.10.12

manifestazione ENA 30.10.12

“Il governo ha fatto poco, si rischia di alimentare il razzismo e l’ostilità verso gli stranieri”. L’appello e le proposte delle associazioni che assistono i profughi

Roma – 21 dicembre 2012 – “Restano tutti aperti in problemi relativi alla cosiddetta Emergenza Nord Africa ereditati dal governo Berlusconi. Ben poco è stato purtroppo realizzato dall’attuale governo e dal ministro Cancellieri per far fronte con tempestività a una situazione che si trascina da troppo tempo, senza una programmazione efficace e lungimirante degli interventi necessari a garantire  un sistema d’accoglienza certo ed  equilibrato per i profughi arrivati ormai più di un anno fa  soprattutto dalla Libia in guerra”.

È la denuncia di ARCI, ASGI, Casa dei diritti sociali, Centro Astalli, CIR, FCEI, Senza Confine, associazioni che fanno parte del Tavolo Nazionale Asilo e che sono più che preoccupate per la sorte di ventimila persone. “Si è scelto – scrivono – di scaricare sui territori e sui profughi le conseguenze negative di una perdurante inadeguatezza nella gestione dei problemi”.

“Del tutto ingiustificato – sottolineano – è stato in particolare l’enorme ritardo con il quale il governo in carica, solo a fine novembre, ha deciso di riconoscere la protezione umanitaria ai profughi nonostante tutti gli enti di tutela e l’Unhcr avessero lanciato l’allarme sulla gravità della situazione già in febbraio. La gestione dell’Emergenza Nord Africa (ENA) ha così comportato un incredibile spreco di risorse che, gravando sulla spesa pubblica in un momento di crisi come questo, rischia di alimentare il razzismo e l’ostilità verso gli stranieri”.

Le associazioni sottolineano “il costante atteggiamento di non ascolto tenuto dal Ministero dell’Interno che, più volte sollecitato ad un incontro  richiesto attraverso l’Unhcr che coordina il Tavolo, non ha mai risposto”. Questo mentre il “tardivo avvio della procedura di riesame delle domande di asilo inizialmente rigettate impedisce la rapida definizione dello status giuridico di migliaia di persone, ostacolando di fatto l’avvio di un percorso di integrazione sul territorio”.

Il Tavolo Nazionale Asilo richiama dunque “l’attenzione dell’opinione pubblica, delle forze politiche e delle istituzioni nazionali sul rischio concreto che ulteriori rinvii nelle scelte per una dignitosa e giusta soluzione dei problemi legati all’accoglienza e all’uscita dai percorsi fin qui attivati nell’ambito dell’ENA, producano danni così estesi da compromettere persino nel breve termine l’evoluzione dell’intero sistema di protezione per rifugiati e richiedenti asilo in Italia.

Di qui  “un pressante appello alle autorità centrali affinché:

– si emani una circolare per chiarire che il permesso di soggiorno per motivi umanitari riguarda tutti i profughi ENA (in accoglienza o meno, con o senza domicilio);

– con la fine dello stato di emergenza (previsto al 31 dicembre), tutti gli interventi di accoglienza in essere vengano comunque garantiti almeno fino al termine del periodo della c.d. emergenza freddo (30 marzo), per evitare drammatiche conseguenze sociali, scaricando nel pieno dell’inverno sui territori la disperazione di migliaia di persone senza abitazione e senza lavoro.  Considerando la profonda situazione di incertezza dei profughi sul proprio futuro, è necessario che le autorità competenti forniscano informazioni precise e uniformi in tutti i centri di accoglienza.

– nel passaggio alla gestione ordinaria dell’accoglienza, dev’essere privilegiato il trasferimento dalle strutture alberghiere o para alberghiere verso strutture gestite da enti con provata esperienza in questo ambito, dando priorità a famiglie e vulnerabili;

– sia resa possibile una gestione più flessibile delle risorse residue destinate all’accoglienza, utilizzandone una parte, sotto forma di servizi finalizzati a completare percorsi individuali di inclusione sociale, con una programmazione di area;

– venga adottato un programma specifico di prosecuzione degli interventi di accoglienza e tutela per le situazioni maggiormente vulnerabili ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs 140/05 e verso i nuclei familiari;

– si utilizzino i nuovi posti assegnati alla rete SPRAR in modo intelligente e mirato, al fine di rispondere alle situazioni ENA più vulnerabili attraverso una concertazione territoriale che coinvolga gli enti locali e le organizzazioni di tutela che abbiano esperienza e competenza;

– vengano mantenute ed incentivate le misure di rimpatrio volontario con adeguati strumenti di reinserimento nei Paesi di provenienza”.

Fonte : Stranieri.it

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